Quando nel 4° sec. la sede dell'Impero fu trasferita da
Roma a Costantinopoli, l'antica Bisanzio divenne il
centro di una fiorente civiltà, che sì riflesse anche in Italia e soprattutto a
Ravenna.
Scelta da Onorio come capitale dell'Impero d'Occidente, alla
morte di Teodorico, re
ostrogoto che aveva assorbito la civiltà greco-romana, la città adriatica passò infatti sotto il
diretto controllo dell'imperatore bizantino Giustiniano e della
moglie Teodora, divenendo così il centro politico e culturale di quel dominio
bizantino sulla penisola che se, per quanto riguarda la stessa
Ravenna e la Venezia Giulia, non si protrasse oltre l'8° sec, si prolungò
invece fino all'11o
sec. su parte dell'Italia meridionale.
Nata dalla fusione fra motivi paleocristiani e lo stile
greco-orientale, l'arte bizantina si caratterizza per il suo profondo senso del
sacro.
Architettura e scultura.
- Gli edifici religiosi, costruiti in
laterizio su pianta basilicale ispirata alla primitiva
basilica romana o su pianta circolare (nel caso di battisteri o
mausolei)
presentano all'esterno una sobrietà
di linee che non lascia presagire la meravigliosa
bellezza degli interni, rivestiti da splendidi mosaici. Sui
pannelli dei sarcofagi, delle balaustre del coro e degii amboni,
la scultura a bassorilievo
rivela un aspetto essenzialmente decorativo, quasi sempre con
figure di animalistilizzati.
Mosaici.
-
È
nella sontuosa arte musiva che gli artisti bizantini dettero la
piena misura del loro talento. Composti da migliaia di
«tessere», tasselli di pietre dure
smaltati e tagliati
irregolarmente e in modo da trattenere la luce, i mosaici
rivestono absidi, pareti e cupole, e il
loro oro brilla in una penombra misteriosa ; figure enigmatiche e
grandiose si stagliano su un cielo blu notte e su un
paesaggio animato da alberi, piante e animali, il tutto con uno
straordinario spirito di osservazione.
I mosaici più
celebri sono quelli di Ravenna (5°
e 6° sec), ma ancora nell'11°e
nel 12° sec. lo stile bizantino
continuò
ad essere dominante a Venezia (basilica di San Marco} e in
Sicilia
(chiese di Cefalù,
Monreale e Palermo), perdurando a Roma sino al Duecento. |